Proprietà antinfiammatoria
Il termine infiammazione deriva dal latino inflammare, che significa accendere o bruciare.
L’infiammazione è un meccanismo di difesa del corpo che si ‘accende’ in risposta a una serie di potenziali minacce, per poi ‘spegnersi’ spontaneamente una volta neutralizzata la minaccia.
Aulus Cornelius Celsus, un enciclopedista romano, fu il primo a definire i quattro segni cardinali dell’infiammazione: rubor et tumor cum calore et dolore, ovvero rossore e gonfiore con calore e dolore. Nel XIX secolo, il patologo Rudolf Virchow ha aggiunto un quinto segno, la functio laesa o perdita di funzione.
Con i progressi della biologia molecolare, oggi si può definire l’infiammazione in modo più ampio come una risposta protettiva, che coinvolge l’attivazione di cellule immuni e non, in risposta a un attacco, come un’infezione, composti tossici, cellule danneggiate o radiazioni, con l’obiettivo di ripristinare l’omeostasi del tessuto. Tuttavia, l’infiammazione può essere dannosa quando non si risolve a causa della persistenza o della propagazione degli stimoli infiammatori. In questo caso può cronicizzarsi, portando a fibrosi e/o disfunzione, o può accelerare e diffondersi, danneggiando altri tessuti e organi.
Nel mondo vegetale esistono vari composti con proprietà antinfiammatorie, tra cui la curcumina, la colchicina, il resveratrolo, la capsaicina, la quercetina, l’epigallocatechingallato (EGCG). Questi composti possono contribuire a ridurre o a controllare l’infiammazione nel corpo, offrendo un approccio naturale al trattamento di condizioni infiammatorie.