Elytrigia_repens-Gramigna_comune
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Gramigna

Scheda revisionata il 2 Giugno 2024
Elymus repens (L.) Gould
Numero di osservazioni umane nel mondo di nel 2023. Credits: GBIF | OpenStreetMap.

Nome scientifico

Elymus repens (L.) Gould

Nome comune

Gramigna, Gramigna comune, Gramaccia, Gramiccia, Dente canino

Parti usate

Rizoma (Agropyri repentis rhizoma)

Fitochimica

Uno studio ha analizzato i componenti fitochimici di Elymus repens, individuando monosaccaridi e disaccaridi, e acidi organici semplici, tra cui acido piruvico, lattico, fosforico, fumarico, malico, citrico e acido cis-aconitico. Inoltre, sono stati identificati vari aminoacidi essenziali, come il triptofano, la valina, l'arginina, l'istidina e l'acido γ-aminobutirrico. La componente fenolica è costituita principalmente da esteri caffeil e ferulil chinici, acidi caffeico e cumarico, e flavonoidi come l'esperidina [2]. La gramigna contiene anche una piccola quantità di olio essenziale (0,01-0,05%), con il 95% di agropirene. È presente un alto contenuto di triticina (7-8%), un polissaccaride, e di polialcoli come inositolo e mannitolo (2-3%). La pianta è ricca di mucillagine (11%), olio grasso, saponine e minerali tra cui acido silicico e sali di potassio e ferro [5, 7].

Botanica

La gramigna è un’erba infestante molto comune in tutto il mondo che risulta dannosa per le coltivazioni per la rapidità con cui si sviluppa e per la difficoltà con cui si estirpa.
In realtà con il termine gramigna si identificano due specie di erbe perenni molto simili tra loro appartenenti alla stessa famiglia delle Poaceae (Graminacee), si tratta dell’Elymus repens (o Agropyron repens) e della Cynodon dactylon, quest’ultima è maggiormente nota col nome di gramigna rossa.
La specie Elymus repens ha lunghi stoloni sotterranei che favoriscono la sua crescita e diffusione. Le foglie di colore verde chiaro sono larghe 3-12 mm, piatte e pubescenti nella parte superiore, scabre ai bordi e nella parte inferiore. La struttura portante dei fiori (spiga) è lunga 5-15 cm, eretta o leggermente inclinata, e i fiori sono disposti in due file opposte (distico). Le brattee che compongono le spighette sono acuminate e aristate, ovvero presentano una piccola appendice simile a una spina.
Sebbene sia maggiormente nota come erba infestante che per i suoi usi terapeutici, la gramigna è oggetto di studi per le sue numerose proprietà fitoterapiche.

Raccolta

La raccolta può essere effettuata tutto l’anno. Della gramigna si utilizza il rizoma che viene estirpato, ben lavato, tagliato a piccoli pezzi e messo a essiccare in un luogo asciutto e riparato. Una volta essiccato il deve essere decorticato.

Modalità d’uso

  • Infuso: si prepara immergendo 3-5 g di droga in acqua bollente (200 ml) per 5-10 min e filtrando successivamente prima di bere [5].
  • Decotto: 5-10 g di droga per ogni tazza (200 ml) di acqua, si lascia bollire per 10 minuti e dopo aver filtrato si dolcifica a piacere. Se ne possono assumere più tazze al dì [5].
  • Tisana (Leclerc): Fare bollire per un minuto 30 g della radice in un pentolino con mezzo bicchiere di acqua per ammorbidirla. Buttare l’acqua dal sapore amaro e fare bollire nuovamente la gramigna in un litro e un quarto di acqua, fino a riduzione ad un litro. A fine ebollizione aggiungere 8 g di radice di liquirizia [5, 7].
  • Tintura madre: 40 gtt 3 volte al dì [5, 7].
  • Estratto fluido: da 4 a 8 ml anche 2-3 volte al dì nelle affezioni urinarie croniche [7]

Utilizzo tradizionale

La pianta è utilizzata nella medicina popolare per le proprietà diuretiche, antisettiche e emollienti e viene tradizionalmente utilizzata per trattare processi infiammatori dell’apparato genitourinario come cistiti, coliche renali, cistopieliti, uretriti e prostatiti.

Responsabili delle attività farmacologiche di tipo antinfiammatorio, disinfettante e diuretico sono le saponine, i polifenoli, l’olio essenziale e la triticina [6].

Ricerca scientifica

Uno studio prospettico controllato randomizzato ha esaminato l’efficacia dell’estratto di gramigna nel ridurre il numero e le dimensioni dei calcoli renali in bambini di età compresa tra 5 e 14 anni. I risultati hanno mostrato una significativa riduzione dei calcoli, delle coliche renali, dell’ematuria e della sepsi nel gruppo trattato rispetto al gruppo di controllo, senza effetti collaterali [1]
Uno studio della Istanbul University Faculty of Science ha inoltre evidenziato potenziali proprietà antiossidanti, citotossiche e di inibizione enzimatica, quest’ultima in particolare nei confronti degli enzimi che degradano l’acetilcolina (acetilcolinesterasi e butirrilcolinesterasi) neurotrasmettitori importanti nel favorire la comunicazione tra neuroni il cui deterioramento porta all’alzheimer [3], ma anche nei confronti di ureasi, l’enzima che secondo un gruppo di ricercatori della University of Pennsylvania è in grado di alterare il microbioma intestinale fino a favorire lo sviluppo del morbo di Crohn [4].

Avvertenze e controindicazioni

La gramigna non ha particolari effetti collaterali, ad eccezione di reazioni allergiche ad uno o più dei suoi componenti [5], ciononostante è sempre opportuno consultare il proprio medico prima di assumere sostanze a base di gramigna, specialmente in caso di patologie renali o problemi del tratto urinario.
La pianta è infatti controindicata in caso di nefriti, ma anche di aritmie cardiache, scompensi idro-elettrici, in gravidanza e allattamento e in periodo pre-operatorio. Può interagire con farmaci diuretici [6]

Riferimenti

  1. Alosy, B. D. M., Thakir, M., & Khalaf, S. A. (2019). Role of Agropyron repens extract in treatment renal calculus in pediatric group. Indian Journal of Forensic Medicine & Toxicology, 13, 405–409. https://doi.org/10.5958/0973-9130.2019.00231.7
  2. Bortolami, M., Di Matteo, P., Rocco, D., Feroci, M., & Petrucci, R. (2022). Metabolic profile of Agropyron repens (L.) P. Beauv. rhizome herbal tea by HPLC-PDA-ESI-MS/MS analysis. Molecules, 27(15), 4962. https://doi.org/10.3390/molecules27154962
  3. Deveci, E., Tel Cayan, G., Karakurt, S., & Duru, M. E. (2020). Antioxidant, cytotoxic, and enzyme inhibitory activities of Agropyron repens and Crataegus monogyna species. European Journal of Biology, 79(2), 98-105. https://doi.org/10.26650/EurJBiol.2020.0077
  4. Ni, J., Shen, T. D., Chen, E. Z., Bittinger, K., Bailey, A., Roggiani, M., Sirota-Madi, A., Friedman, E. S., Chau, L., Lin, A., Nissim, I., Scott, J., Lauder, A., Hoffmann, C., Rivas, G., Albenberg, L., Baldassano, R. N., Braun, J., Xavier, R. J., Clish, C. B., Yudkoff, M., Li, H., Goulian, M., Bushman, F. D., & Lewis, J. D., Wu, G. D. (2017). A role for bacterial urease in gut dysbiosis and Crohn’s disease. Science Translational Medicine, 9(416), eaah6888. https://doi.org/10.1126/scitranslmed.aah6888
  5. Campanini, E. (2000). Dizionario di fitoterapia e piante medicinali. Tecniche Nuove.
  6. Firenzuoli, F. (2008). Interazioni tra erbe, alimenti e farmaci (2ª ed.). Tecniche Nuove.
  7. Chiereghin, P. (2005). Fitoterapia per il farmacista – Dal sintomo al rimedio naturale. Tecniche Nuove.