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Uva ursina

Arctostaphylos uva-ursi (L.) Sprengel
Numero di osservazioni umane nel mondo di nel 2023. Credits: GBIF | OpenStreetMap.

Nome scientifico

Arctostaphylos uva-ursi (L.) Sprengel

Nome comune

Uva Ursina (o Uva Orsina), Uva dell’orso, Orsella

Parti usate

Foglie

Fitochimica

Glucosidi idrochinonici (composti fenolici): Arbutoside, metilarbutoside. L’idrochinone in questo caso è un pro-farmaco infatti lo si trova sotto forma di Glicoside idrochinonico (Arbutoside) che si attiva solo in ambiente basico poiché si libera la parte non zuccherina che è la parte attiva della molecola. Tannini (15-20%): gallotannini, tannini catechinici. L’acido gallico è il maggiore acido carbossilico fenolico, che è presente insieme con galloilarbutina fino al 20% di gallotannini. Flavonoidi (iperoside) e triterpeni (principalmente acido ursolico e uvaolo).

Botanica

L’uva ursina è un arbusto sempreverde (a differenza delle altre Ericacee) originario del Nord America ma presente anche in Asia ed Europa Settentrionale. In genere non supera i 50 cm di altezza.
Composta da:
fusti striscianti che portano brevi rami ascendenti; i rami hanno foglie che sono da ovato a ovato-spatolate o spatolate;
foglie alterne sui rami con lamina obovata, oblunga o spatolata, apice ottuso od arrotondato, margine intero o lievemente revoluto, base cuneata che si assottiglia, lievemente pubescente. Pagina superiore da verde a verde-brunastra, cerosa, lucida e coriacea, finemente corrugata a causa delle depressioni delle nervature centrali e laterali. Pagina inferiore verde-grigiastra, reticolata. Foglie giovani ciliate sul margine, foglie vecchie glabre;
fiori delicati campanulati, bianco-rosati, ipogini e portati in piccole infiorescenze in cima ai rami; ciascun fiore è costituito da un calice di 5 sepali rossastri, una corolla urceolata (prima stretti e poi si allargano), gamopetala ma divisa al margine in 5 corti segmenti riflessi, 10 stami con antere bilobate, ed un pistillo sincarpico di 5 carpelli.
stilo unico, più corto degli stami e terminante in uno stigma a bottone.
Il frutto è una drupa rossa dalla polpa farinosa e acidula; è molto attraente e molto gradita dagli orsi; questo ci suggerisce il nome della pianta, infatti il termine Arctostaphylos deriva dal greco ed è un nome composto dalle parole “arctos” (orso) e “staphyle” (grappolo).

Raccolta

Le foglie si raccolgono nel periodo estivo tra luglio e agosto evitando quelle troppo piccole e tenere.

Modalità d’uso

Essenzialmente usata come antisettico urinario: il dosaggio massimo raggiungibile è intorno ai 2 g giornalieri. Si può assumere in un’unica somministrazione o suddiviso in giornata (questo è preferibile data la bassa emivita dei principi attivi); si consiglia di assumere con abbondante acqua*.
In genere per cistite in fase acuta si consiglia di assumere prima dei tre pasti principali:
– un alto dosaggio di capsule, compresse o granulato (fino a 2 g totali giornalieri suddivisi prima dei tre pasti principali) per 5 giorni; tutto questo sotto forma di monocomponente (uva ursina) o sotto forma di fitocomplesso (efficacia più completa) oppure in associazione ad altri eventuali componenti che possono agire in sinergia come betulla ed equiseto oppure pilosella ed erica.
Ci sono anche altri approcci con capsule molli contenenti oli essenziali di altre piante medicinali quali rosmarino, niaouli, cannella e santoreggia montana. L’associazione o la scelta della pianta medicinale è stabilita in base al problema.

  • Tintura madre: 80-100 gocce in 1,5 L di acqua da bere durante la giornata.
  • Infuso: un cucchiaio di foglie in una tazza di acqua bollente; lasciare 10 minuti in infusione e poi filtrare; bere 4 tazze al giorno lontano dai pasti.

*l’uva ursina esplica la sua azione in ambiente urinario alcalino (l’idrochinone deve essere idrolizzato) per cui quando si assume per via orale è consigliabile assumere la compressa (o altra forma farmaceutica) con acqua addizionata ad un cucchiaino da caffè di bicarbonato (se si utilizza un classico bicchiere da 200 ml).
Oppure in alternativa si può effettuare un’alimentazione prevalentemente basica (latte, verdure, patate, ecc.) o integrare del magnesio o ancora assumere un mix di sali basificanti la sera circa 1 ora prima di dormire (in commercio ce ne sono diversi).**
Si può fare a meno di queste accortezze solo se l’urina è già resa alcalina dalla malattia in atto (spesso gli stessi batteri causano l’idrolisi dell’idrochinone).

**La basificazione in genere va bene in vari stati infiammatori ma NON deve essere protratta per più di 10-15 giorni poiché è corretto avere il giusto equilibrio acido-base per assumere tutti i micro e macro nutrienti dalla dieta.

Utilizzo tradizionale

Tradizionalmente usato come antisettico delle vie urinarie (per cistite, uretrite). Nonostante la carenza di studi clinici ci si basa sulla florida esperienza nella pratica clinica; è utilizzata infatti per trattare la cistite a patto che ci sia nella sua composizione almeno il 6% di arbutina, limite minimo riconosciuto come efficace.
L’interezza del fitocomplesso dell’uva ursina mantiene un’efficacia disinfettante più alta.
Azione secondaria è quella diuretica, astringente ed antinfiammatoria [1].
I benefici che tradizionalmente l’uva ursina mostra di avere sono i seguenti:
– Facilita l’eliminazione renale ed urinaria.
– Allevia la sensazione di fastidio durante la minzione.
– Riduce la necessità di urinare frequentemente e la sensazione di pressione la basso ventre.

L’utilizzo di prodotti fitoterapici può ridurre significativamente l’uso degli antibiotici comunemente utilizzati per le cistiti. Questo ridurrebbe anche il fenomeno dell’antibiotico resistenza, un problema di non poca importanza oggi.

Ricerca scientifica

I prodotti erboristici per il sollievo dei sintomi urinari sono ampiamente disponibili con licenza d’uso tradizionale, sebbene non siano mai stati sottoposti a rigorosi studi di efficacia. L’estratto di foglie di Arctostaphylos uva-ursi è stato approvato per l’uso contro le infiammazioni del tratto urinario. Si ritiene che abbia proprietà diuretiche, antisettiche urinarie, astringenti e antinfiammatorie [1]. I costituenti dell’estratto includono flavonoidi, iridoidi, glicosidi idrochinonici (principalmente arbutina), tannini e terpenoidi. Studi in vitro hanno dimostrato un’attività antibatterica contro una varietà di organismi tra cui l’Escherichia coli, il patogeno urinario più diffuso. L’azione antimicrobica è stata attribuita ai derivati ​​dell’idrochinone, in particolare all’arbutina [1].
Lo studio ATAFUTI è il primo studio fattoriale randomizzato in doppio cieco, controllato con placebo, volto a studiare un medicinale erboristico tradizionale come trattamento alternativo per le infezioni del tratto urinario nelle donne, con l’obiettivo di ridurre i sintomi e ridurre il consumo di antibiotici nelle cure primarie [2]. I FANS hanno note proprietà antinfiammatorie e l’uva ursina ha dimostrato proprietà antibatteriche contro l’E. coli sia in vitro che in campioni di urina di volontari sani [1].

Attività antibatterica e antinfiammatoria contro il Cutibacterium Acnes. Nel loro insieme, i risultati di questo studio indicano che l’estratto di foglie di Arctostaphylos uva-ursi potrebbe rappresentare un prodotto naturale per contrastare la virulenza di C. acnes, rappresentando una nuova opzione terapeutica alternativa per il trattamento dell’acne vulgaris [3].

Grazie agli studi sulle attività biologiche dell’arbutina, dei suoi derivati ​​e degli estratti contenenti arbutina lo spettro dei loro utilizzi si sta ampliando. Finora le sostanze vegetali, in particolare l’Uvae ursi folium, sono state la fonte principale di arbutina. La mancanza di effetti avversi significativi dell’arbutina e dei suoi derivati ​​li rende un’interessante alternativa all’idrochinone per uso esterno nel trattamento dell’iperpigmentazione [4].

Altri studi confermano il potenziale antinfiammatorio degli estratti di uva ursina: capace di coagulare le proteine infiammatorie dell’essudato e quindi ridurre significativamente l’edema [5]; c’è anche la capacità di ridurre l’intensità delle reazioni infiammatorie grazie alla riduzione della migrazione dei leucociti nell’infiammazione, diminuire l’intensità delle reazioni delle vie NF-kB e soppressione della trasduzione del segnale pro infiammatorio intracellulare mediata dall’attivazione dei recettori toll-like di tipo 2 e 4 [6].

Interessante è la sua attività anti-proliferativa in colture cellulari di carcinoma umano. In uno studio le foglie fresche di uva ursina sono state estratte usando l’80% di alcol etilico. I dati ottenuti hanno dimostrato che l’estratto ha inibito la proliferazione di cinque linee cellulari di carcinoma umano; vale a dire MCF-7-seno, HT-29-colon, DU-145-prostata, SK-MEL-5-pelle, e MDA-MB-435-carcinomi cutanei. Gli autori hanno associato l’attività antiproliferativa ai gallotannini presenti nelle foglie dell’uva ursina e all’induzione di una cascata di reazioni apoptotiche [7].

Avvertenze e controindicazioni

Consigliato ad una popolazione adulta (>18 anni).
Non deve essere impiegata durante la gravidanza o l’allattamento.
L’uva ursina è sconsigliata a coloro che soffrono di insufficienza renale, ulcera gastrica o duodenale.
Non utilizzare per più di una settimana – dieci giorni ad alto dosaggio.
L’uva ursina ha un alto contenuto di tannini per cui se non c’è un ambiente alcalino (importante per l’azione antisettica urinaria) si accumulano le sostanze tanniche che possono dare effetti collaterali quali fastidi gastrici, nausea, vomito perché sono irritanti per la mucosa gastrica (in questo caso la menta piperita rappresenterebbe la droga ad effetto calmante per gli effetti collaterali a livello gastrico).
Inoltre si può manifestare ipersensibilità di tipo allergico con orticaria, vomito, dispnea.

Riferimenti

  1. EMA European Medicines Agency. Assessment report on Arctostaphylos uva-ursi (l.) Spreng. folium. 2012.
  2. Jeanne Trill, Catherine Simpson, Frances Webley, Mike Radford, Louise Stanton, Tom Maishman, Angeliki Galanopoulou, Andrew Flower, Caroline Eyles, Merlin Willcox, Alastair Hay, Gareth Griffiths, Paul Little, George Lewith e Michael Moore. Randomized Controlled Trial Trials. 2017 Sep 8;18(1):421. doi: 10.1186/s13063-017-2145-7. PMID: 28886751 PMCID: PMC5591533
  3. Federica Dell’Annunziata, Stefania Cometa, Roberta Della Marca, Francesco Busto, Veronica Folliero, Gianluigi Franci, Massimiliano Galdiero, Elvira De Giglio, Anna De Filippis. Farmaceutica.15 settembre 2022;14(9):1952. doi: 10.3390/pharmaceutics14091952. PMID: 36145700 ID PMC: PMC9501556
  4. Kanlayavattanakul M., Lourith N. Piante e prodotti naturali per il trattamento dell’iperpigmentazione cutanea: una revisione. Pianta Med. 2018; 84 :988–1006. doi: 10.1055/a-0583-0410.
  5. Naczk M, Pegg RB, Amarowicz R. Protein-precipitating capacity of bearberry-leaf (Arctostaphylos uva-ursi L. Sprengel) polyphenolics. Food chemistry 2011; 124(4): 1507-1513. doi:10.1016/j.foodchem.2010.08.003
  6. Schink A, Neumann J, Leifke AL, Ziegler K, FröhlichNowoisky J, Cremer C et al. Screening of herbal extracts for TLR2- and TLR4-dependent anti-inflammatory effects. PLoS One,13(10) :e0203907, 2018.
  7. Amarowicz R, Pegg RB. Inhibition of proliferation of human carcinoma cell lines by phenolic compounds from a bearberry-leaf crude extract and its fractions. J. Funct. Foods, 5: 660–667, 2013.