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Giglio candido

Lilium candidum L.
Numero di osservazioni umane nel mondo di nel 2023. Credits: GBIF | OpenStreetMap.

Nome scientifico

Lilium candidum L.

Nome comune

Giglio candido; Giglio bianco; Giglio della Madonna; Giglio di Sant’Antonio; Giglio di San Luigi; Bastone di San Giuseppe

Parti usate

Bulbi; Fiori

Fitochimica

Terpeni (Kaempferolo, Linalolo, Citronellale, Cariofillene, Umulene, Neridiolo); Flavonoidi; Steroli; Glucosidi; Saponine; Fenilpropanoidi; Mucillagini; Tannini; Alcaloidi; Gliceridi; Gliceroli; Polisaccaridi

Botanica

Lilium candidum è una pianta bulbosa perenne appartenente alla famiglia delle Liliaceae. Originaria del Medio Oriente e della regione balcanica, è stata introdotta anche in Europa, Africa, Nord e Sud America.
Il fusto, che presenta un elevato numero di foglie allungate a disposizione alterna oppure verticellate, solitamente arriva a misurare 1,2 metri, ma talvolta può raggiungere anche i 2 metri. I bulbi si formano a livello del suolo. Al contrario di altre specie di gigli, durante i mesi invernali alla base del fusto si forma una rosetta di foglie che moriranno l’estate successiva.
I grandi fiori imbutiformi a 6 tepali, dal caratteristico colore bianco tendente al giallo alla base del calice, fioriscono da maggio a giugno sprigionando un profumo dolce e intenso e arrivando a un diametro di 8-12 cm. Le antere sono molto evidenti, ricche di polline e di uno sgargiante colore giallo-aranciato.

Raccolta

I tepali si raccolgono nel periodo di massima fioritura, cioè tra la tarda primavera e l’inizio dell’estate, e vanno fatti essiccare all’ombra. Terminata l’estate anche i bulbi sono pronti per essere colti e poi asciugati al sole dopo averne staccato una a una le scaglie.

Modalità d’uso

  • Cataplasma: cuocere il bulbo sotto la cenere calda del caminetto, tagliarlo a fette e applicarlo sulla parte da trattare (foruncoli, verruche ecc.).
    Per lenire infiammazioni cutanee, scottature o prurito si può utilizzare la polpa del bulbo fresco.
  • Tintura: frizionare delicatamente la pelle interessata da scottature, dermatosi o eczemi con un olio preparato aggiungendo 10 g di tepali a 100 ml di olio d’oliva.

Utilizzo tradizionale

Lilium candidum L. viene adoperato da lungo tempo nella medicina tradizionale, in particolare per le sue proprietà benefiche a livello dermatologico e antinfiammatorio. In alcune zone della Sardegna si prepara un decotto con i bulbi messi ammollo nel latte da applicare sul petto, mentre i tepali vengono immersi nell’alcol come rimedio per le ferite; per contrastare la mastite, inoltre, si ricorre a un olio estratto dalle infiorescenze [1]. Questi oli essenziali hanno inoltre proprietà rilassanti e vengono impiegati per favorire il sonno.
Nella provincia di Lucca l’herpes viene curato grazie ai bulbi, utilizzati insieme ai fiori anche per trattare malattie della pelle e delle articolazioni. In Catalogna e nella zona orientale dei Pirenei
Lilium candidum L. si usa come antinfiammatorio [2]. Nella cosmesi viene impiegato sotto forma di creme e oli per contrastare brufoli, acne e macchie scure della pelle.

Ricerca scientifica

Studi scientifici hanno confermato le proprietà antinfiammatorie e antidiabetiche degli estratti di Lilium candidum L. [3] La letteratura ha inoltre individuato proprietà antitumorali nei campioni analizzati, i quali mostravano effetti citotossici sulle cellule del carcinoma mammario umano [4]. Gli estratti metanolici dei fiori contengono alcuni ingredienti attivi che hanno potenziali effetti epatoprotettivi [5].
Sono inoltre note proprietà antifungine [6] e antivirali [7].

Avvertenze e controindicazioni

Al momento non ci sono ancora evidenze di eventuali tossicità di Lilium candidum L.

Riferimenti

  1. Bruni, A., Ballero, M., & Poli, F. (1997). Quantitative ethnopharmacological study of the Campidano valley and Urzulei district, Sardinia, Italy. Journal of Ethnopharmacology, doi: 10.1016/S0378-8741(97)00055-X.
  2. Pieroni, A. (2000). Medicinal plants and food medicines in the folk traditions of the upper Lucca province, Italy. Journal of Ethnopharmacology, doi: 10.1016/S0378-8741(99)00207.
  3. Zaccai, M., Yarmolinsky, L., Khalfin, B., Budovsky, A., Gorelick, J., Dahan, A., & Ben-Shabat, S. (2020). Medicinal properties of Lilium candidum L. and its phytochemicals. Plants (Basel), doi: 10.3390/plants9080959.
  4. Tokgun, O., Akca, H., Mammadov, R., Aykurt, C., & Deniz, G. (2012). Convolvulus galaticus, Crocus antalyensis, and Lilium candidum extracts show their antitumor activity through induction of p53-mediated apoptosis on human breast cancer cell line MCF-7 cells. Journal of Medicinal Food, doi: 10.1089/jmf.2012.0050.
  5. Devi, N. I., Kumar, S. N., & Rajaram, C. (2016). Evaluation of hepatoprotective activity of Lilium candidum L. in experimental animal models. World Journal of Pharmaceutical Research.
  6. Mucaji, P., Hudecova, D., Haladova, M., & Eisenreichová, E. (2002). Anti-yeast activity of ethanol extracts of Lilium candidum L. Ceska Slov. Farm.
  7. Yarmolinsky, L., Zaccai, M., Ben-Shabat, S., Mills, D., & Huleihel, M. (2009). Antiviral activity of ethanol extracts of Ficus binjamina and Lilium candidum in vitro. New Biotechnology, doi: 10.1016/j.nbt.2009.08.005.