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Verbena

Verbena officinalis L.
Numero di osservazioni umane nel mondo di nel 2023. Credits: GBIF | OpenStreetMap.

Nome scientifico

Verbena officinalis L.

Nome comune

Verbena; Erba sacra

Parti usate

Foglie; Sommità fiorite; Radice

Fitochimica

Glicosidi Iridoidi (Verbenalina, Aucubina, Astatoside); Glicosidi Fenilpropanoidi; Derivati dell'Acido Caffeico (Verbascoside, Isoverbascoside, Eukovoside); Flavonoidi (Kaempferolo, Luteolina, Apigenina, Scutellareina, Pedalitina); Acidi Fenolici (Acido Clorogenico, Acido Ferulico, Acido Protocatecuico, Acido Rosmarinico, Derivati dell'Acido Dicaffeolchinico); Terpenoidi (Monoterpenoidi: Citrale, Limonene, Cineolo, Carvone; Diterpenoidi: Carnosolo, Acido Carnosico, Rosmanolo, Isorosmanolo; Sesquiterpenoidi: Ossido di Cariofillene, α-Curcumano; Triterpenoidi: Acido Ursolico e suoi derivati).

Botanica

La verbena è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Verbenaceae. Cresce principalmente nelle zone a clima temperato. In Europa, è comune nella regione mediterranea. Preferisce terreni asciutti che trattenono bene l’umidità e luoghi soleggiati.

La struttura della pianta è ascendente con un robusto fusto eretto, ruvido e quadrangolare. E’ pubescente, legnoso alla base e ramificato nella parte superiore e può raggiungere un’altezza variabile da 15 a 100 centimetri. Inoltre, la verbena è caratterizzata da un apparato radicale fusiforme, capace di garantire un ancoraggio sicuro al terreno.

Un elemento distintivo della verbena risiede nelle sue foglie, diverse tra di loro a seconda della loro posizione lungo il fusto. Le foglie inferiori, opposte e oblunghe, terminano in un corto picciolo. Le mediane sono le più grandi e presentano una forma trilobata, con il segmento centrale più sviluppato rispetto ai due laterali, i quali appaiono oblunghi, lineari e dentati. Le foglie cauline, sessili e lanceolate, possono essere sia dentate che intere, e la loro dimensione si riduce progressivamente salendo lungo il fusto. Tutte le foglie, coriacee e di colore grigio-verde, presentano una superficie pelosa, rugosa e con nervature sporgenti sulla pagina inferiore.

I fiori della verbena, dal delicato color lillà, sono raccolti in sottili spighe terminali. Queste, lunghe 3-6 cm all’antesi e 10-25 cm alla fruttificazione, si sviluppano all’ascella di piccole brattee lanceolate e acuminate. Il calice dei fiori è di forma tubulosa, glanduloso, e diviso in 4-5 denti, mentre la corolla presenta 5 lobi leggermente bilabiati.

Infine, il frutto della verbena è un tetrachenio, composto da 4 mericarpi cilindrici dotati di 4-5 coste longitudinali. Ogni loggia contiene un seme, dando alla pianta la capacità di rigenerarsi con facilità.

Raccolta

La raccolta della verbena viene effettuata principalmente in estate, quando la pianta è in piena fioritura. Una volta raccolte, le parti della pianta vanno poste a seccare in un luogo fresco, asciutto e ben ventilato, lontano da fonti di luce diretta.

Modalità d’uso

  • Infuso: Si utilizzano 2 grammi di foglie secche in una tazza d’acqua bollente. Si lascia in infusione per 10-15 minuti e poi si filtra. Si possono bere fino a tre tazze al giorno, preferibilmente dopo i pasti.
  • Tintura madre: La posologia può variare a seconda della concentrazione, ma generalmente si consigliano 30-40 gocce diluite in un bicchiere d’acqua, due o tre volte al giorno.
  • Decotto: Si utilizzano 50 grammi di radici in un litro d’acqua. Si fa bollire per circa 10 minuti e poi si lascia riposare per altrettanto tempo prima di filtrare. Si consiglia di bere una tazza al mattino a stomaco vuoto e una la sera prima di andare a dormire.

Utilizzo tradizionale

La medicina popolare utilizza questa pianta per favorire la lattazione, per trattare i disturbi mestruali, come espettorante e nel trattamento delle malattie delle vie respiratorie superiori. Si dice che abbia un’attività sul sistema endocrino, ma ancora non è stata oggetto di studi.
La tradizione attribuisce alla verbena un’efficace azione sul ristagno del flusso biliare e proprietà diuretiche che la rendono utile a rimuovere la renella e i piccoli calcoli.
V. officinalis è anche utilizzata nel trattamento di disturbi del tratto digestivo, come coliche addominali, ittero, infiammazione della cistifellea, diarrea, dissenteria, mal di stomaco e vermi intestinali.
E’ stata inoltre utilizzata per la sua attività antinfiammatoria e analgesica nelle forme reumatiche.
Anticamente venivano attribuite alla verbena proprietà afrodisiache.

Ricerca scientifica

Antiossidante

La ricerca sull’attività antiossidante di un estratto etanolico al 50% e un estratto acquoso dell’erba condotta presso la Facoltà di Farmacia dell’Università di Navarra in Spagna ha confermato i loro effetti benefici nell’eliminazione dei radicali liberi [2].

Antibatterica

Nel 2012, al Forman Christian College in Pakistan, è stata condotta una ricerca sull’attività antibatterica degli estratti etanolici dai fusti, dalle foglie e dalle radici di V. officinalis utilizzando 13 ceppi batterici che causano gravi infezioni (inclusi quattro ceppi di Staphylococcus aureus resistenti alla meticillina e quattro ceppi di Salmonella typhi resistenti a più farmaci). Tutti gli estratti testati hanno mostrato un chiaro effetto antibatterico sui ceppi utilizzati [3].

Antimicotica

Nel 2008, ricercatori dell’Università di Navarra (Spagna) hanno pubblicato i risultati dei loro esperimenti sulle proprietà antifungine degli estratti delle foglie di V. officinalis. L’attività antifungina è stata testata sui seguenti funghi: Alternaria alternata, Botrytis cinerea, Penicillium expansum e Rhizopus stolonifer. Un estratto metanolico al 50% ha mostrato attività antifungina contro P. expansum e R. stolonifer [4].

Antinfiammatoria

Nel 2016, il team di ricerca dell’Università di Al-Mansura (Egitto) ha pubblicato i risultati degli studi clinici sull’uso di un decotto di V. officinalis nel trattamento della gengivite cronica. In uno studio in doppio cieco condotto in cinque centri dentali su 260 pazienti con gengivite cronica, è stato analizzato l’effetto di un risciacquo orale quotidiano con il decotto. I pazienti utilizzavano 10 mL di soluzione due volte al giorno, 30 minuti dopo essersi lavati i denti. Le condizioni delle gengive dei pazienti e la quantità di placca dentale sono state monitorate il 14° e il 28° giorno di utilizzo del decotto e poi confrontate con le condizioni nel giorno in cui è iniziato l’esperimento. Le osservazioni hanno mostrato una differenza statisticamente significativa nelle condizioni della cavità orale tra i gruppi di prova e di controllo. L’effetto benefico del decotto sulle gengive è stato confermato. Sono stati dimostrati un effetto anti-infiammatorio del decotto e il suo effetto antibatterico (riduzione della placca). È importante sottolineare che i pazienti non hanno segnalato alcun effetto avverso [5].

Uno studio in vivo su ratti frutto di una collaborazione tra ricercatori italiani (Università di Bologna, Università di Parma) e austriaci (Leopold-Franzens-Universität a Innsbruck) ha evidenziato una forte riduzione dell’infiammazione indotta da farmaci di vari tipi di estratti di verbena [6].

Neuro-protettiva

Gli scienziati dell’Università di Hong Kong hanno condotto degli esperimenti che dimostrano l’effetto protettivo degli estratti di V. officinalis sulle cellule nervose. Queste ricerche sono state effettuate su neuroni di ratti in laboratorio.
Gli scienziati hanno esposto i neuroni a varie tossine dopo averli trattati con un estratto di verbena. Hanno scoperto che l’estratto aiuta a ridurre la mortalità delle cellule nervose quando sono esposte a certe tossine.
Questi risultati suggeriscono che gli estratti di verbena potrebbero essere utili per prevenire malattie che causano il degrado dei neuroni, come la malattia di Alzheimer [7].

Anticonvulsivante, ansiolitica e sedativa

Ricercatori dell’Università Riphah di Islamabad (Pakistan) hanno studiato gli effetti anticonvulsivanti, ansiolitici e sedativi dell’estratto di V. officinalis su topi. Gli esperimenti hanno confermato gli effetti di cui sopra e mostrato che ritarda l’insorgenza di crisi miocloniche e convulsioni, riducendo anche la durata di queste ultime. È stato dimostrato che l’estratto ha un effetto dose-dipendente, con una riduzione significativa della mortalità a dosaggi più alti. L’estratto ha anche ridotto l’attività locomotoria dei topi, indicando un effetto sedativo [8].

Un’altra ricerca, condotta all’Università di Teheran, ha confermato l’effetto anticonvulsivante degli estratti etanolici di V. officinalis. Gli esperimenti hanno indicato che l’estratto agisce attraverso i recettori delle benzodiazepine e degli oppioidi [9].

Promotrice del sonno

L’uso tradizionale di V. officinalis per trattare l’insonnia è stato confermato da ricerche scientifiche in Giappone. L’estratto di verbena e i suoi composti sono stati studiati monitorando la durata della fase del sonno non-REM, il cosiddetto sonno profondo. L’estratto ha aumentato la durata del sonno profondo, così come il numero e la durata degli episodi di sonno. Due dei composti estratti, astatoside e verbenalina, hanno agito in modo simile alle benzodiazepine, prolungando la durata della fase di sonno non-REM, ma a differenza di queste, non hanno influenzato negativamente l’attività delle onde delta nel cervello dei ratti. Questi risultati indicano che astatoside e verbenalina potrebbero potenzialmente essere utilizzati nel trattamento dei disturbi del sonno, ma sono necessarie ulteriori ricerche [10].

Guarigione delle ferite

Ricercatori italiani e austriaci hanno studiato l’effetto di verbena su ferite in ratti. Hanno utilizzato tre tipi di estratti: VoME (un estratto a base di metanolo), VoFE (un estratto ricco di flavonoidi), e VoCO2 (un estratto ottenuto tramite estrazione con anidride carbonica). Dopo 24 ore, le ferite trattate con VoCO2 guarivano meglio. A 48 ore, le ferite trattate con VoFE mostravano la migliore guarigione. Anche VoME mostrava buoni risultati. Quindi, gli estratti di V. officinalis hanno accelerato la guarigione delle ferite [11].

Gastroprotettiva

Nel frattempo, gli estratti VoFE e VoCO2 sono stati testati per la loro capacità di proteggere lo stomaco. Dopo aver somministrato gli estratti e un agente dannoso, gli animali sono stati esaminati. Tutti gli estratti hanno mostrato un effetto protettivo, il migliore era VoCO2. I punteggi delle ulcere erano più bassi dopo l’uso degli estratti rispetto al gruppo di controllo, ma più alti rispetto al misoprostolo, un medicinale. Gli estratti non hanno alterato il volume o il pH del succo gastrico [11].

Antitumorale e anti-proliferativa

All’Università di Salerno, si è studiato come l’olio essenziale di verbena e il suo componente principale, il citral, possono uccidere le cellule di leucemia linfocitica cronica. I risultati sono stati molto promettenti, ma servono ulteriori ricerche [12].

In Cina, hanno dimostrato che l’erba di V. officinalis può uccidere le cellule del cancro al fegato in topi. I topi trattati con l’estratto di verbena hanno mostrato una riduzione del tumore, ma senza significative variazioni nel funzionamento del sistema immunitario [13].

In Spagna, gli scienziati hanno studiato l’effetto anti-proliferativo dell’estratto di Verbena officinalis, cercando nuovi farmaci per il cancro del colon. Hanno isolato 12 composti che possono essere utili nella prevenzione del cancro [14].

Un altro studio ha mostrato che l’olio essenziale può indurre apoptosi, cioè la morte programmata delle cellule, sia in cellule sane che in cellule di leucemia mieloide cronica [15].

Avvertenze e controindicazioni

Verbena non è da utilizzare in gravidanza e allattamento, nè in caso di ipersensibilità o allergie verso uno o più componenti. E’ inoltre da evitare in periodo pre-operatorio.
Può interagire con terapie ormonali, farmaci sedativi e farmaci per il controllo della pressione arteriosa.

Riferimenti

  1. Kubica P, Szopa A, Dominiak J, Luczkiewicz M, Ekiert H. Verbena officinalis (Common Vervain) – A Review on the Investigations of This Medicinally Important Plant Species. Planta Med. 2020 Nov;86(17):1241-1257. doi: 10.1055/a-1232-5758. Epub 2020 Sep 16. PMID: 32937665.
  2. Rehecho S, Hidalgo O, García-Iñiguez de Cirano M, Navarro I, Astiasarán I, Ansorena D, Cavero RY, Calvo MI. Chemical composition, mineral content and antioxidant activity of Verbena officinalis L. LWT – Food Sci Technol 2011; 44: 875-882
  3. Dildar A, Chaudhary MA, Raza A, Waheed A, Khan SR, Ikram M. Comparative study of antibacterial activity and mineral contents of various parts of Verbena officinalis Linn. Asian J Chem 2012; 24: 68-72
  4. Casanova E, García-Mina JM, Calvo MI. Antioxidant and antifungal activity of Verbena officinalis L. leaves. Plant Foods Hum Nutr 2008; 63: 93-97
  5. Mohammed E, Grawish ME, Anees MM. Short-term effects of Verbena officinalis Linn decoction on patients suffering from chronic generalized gingivitis: Double-blind randomized controlled multicenter clinical trial. Quintessence Int (Berl) 2016; 47: 491-499
  6. Speroni E, Cervellati R, Costa S, Guerra MC, Utan A, Govoni P, Berger A, Müller A, Stuppner H. Effects of differential extraction of Verbena officinalis on rat models of inflammation, cicatrization and gastric damage. Planta Med 2007; 73: 227-235
  7. Lai SW, Yu MS, Yuen WH, Chang RCC. Novel neuroprotective effects of the aqueous extracts from Verbena officinalis Linn. Neuropharmacology 2006; 50: 641-650
  8. Khan AW, Khan AU, Ahmed T. Anticonvulsant, anxiolytic, and sedative activities of Verbena officinalis. Front Pharmacol 2016; 7: 499
  9. Rashidian A, Kazemi F, Mehrzadi S, Dehpour AR, Mehr SE, Rezayat SM. Anticonvulsant Effects of Aerial Parts of Verbena officinalis Extract in Mice: Involvement of Benzodiazepine and Opioid Receptors. J Evid Based Complementary Altern Med 2017; 22: 632-636
  10. Makino Y, Kondo S, Nishimura Y, Tsukamoto Y, Huang ZL, Urade Y. Hastatoside and verbenalin are sleep-promoting components in Verbena officinalis . Sleep Biol Rhythms 2009; 7: 211-217
  11. Speroni E, Cervellati R, Costa S, Guerra MC, Utan A, Govoni P, Berger A, Müller A, Stuppner H. Effects of differential extraction of Verbena officinalis on rat models of inflammation, cicatrization and gastric damage. Planta Med 2007; 73: 227-235
  12. De Martino L, Arena GD, Minervini MM, Deaglio S, Sinisi NP, Cascavilla N, de Feo V. Active caspase-3 detection to evaluate apoptosis induced by Verbena officinalis essential oil and citral in chronic lymphocytic leukaemia cells. Brazilian J Pharmacogn 2011; 21: 869-873
  13. Kou W, Yang J, Yang Q, Wang Y, Wang Z, Xu S, Liu J. Study on in-vivo anti-tumor activity of Verbena officinalis extract. African J Tradit Complement Altern Med 2013; 10: 512-517
  14. Encalada MA, Rehecho S, Ansorena D, Astiasaran I, Cavero RY, Calvo MI. Antiproliferative effect of phenylethanoid glycosides from Verbena officinalis L. on colon cancer cell lines. LWT – Food Sci Technol 2015; 63: 1016-1022
  15. De Martino L, Iorio M, Coppola G, Campana A, Savastano C, Fusco BM, De Feo V. Verbena officinalis essential oil and citral as apoptotic inductors in leukocytes of healthy subjects and chronic myeloid leukemic patients. Pharmacologyonline 2008; 2: 170-175