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Carciofo

Cynara scolymus L.
Numero di osservazioni umane nel mondo di nel 2023. Credits: GBIF | OpenStreetMap.

Nome scientifico

Cynara scolymus L.

Nome comune

Carciofo

Parti usate

Foglie

Fitochimica

Polifenoli (acidi fenolici, acido clorogenico, acido caffeico, acidi dicaffeilchinici, acido ferulico); Flavoni (apigenina, luteolina) e loro glicosidi (apigenina-7-O-glucoside, cinnaroside); Antociani (cianidina 3,5-diglucoside, cianidina 3-glucoside, cianidina 3,5-malonildiglucoside, cianidina 3-(3”-malonil) glucoside, cianidina 3-(6”-malonil-glucoside); Terpenoidi; Acidi grassi saturi (palmitico, stearico) e insaturi (linoleico, oleico); Polimeri dei carboidrati (inulina, pectina); Endopeptidasi aspartiche (cardosine/ciprosine o cinarasi (cardosina A e B, cinarasi A, B e C); Ossidasi polifenolica (EC 1.14.18.1) e perossidasi (EC 1.11.1.7); Minerali e vitamine (vitamina C, folati, biotina, niacina e piridossina).

Botanica

Cynara scolymus, comunemente noto come carciofo, appartiene alla famiglia delle Asteraceae. È una pianta erbacea perenne, caratterizzata da un fusto robusto che può raggiungere un’altezza di 1-2 metri. Le foglie, di colore verde-grigiastro, sono grandi, lobate e dotate di spine sui margini. I capolini fiorali, la parte comunemente consumata, sono grandi e di colore violaceo.
I carciofi sono originari del Mediterraneo e prediligono climi temperati, terreni ben drenati e ricchi di sostanze organiche, e una posizione soleggiata.

Raccolta

La raccolta dei carciofi si effettua principalmente nella stagione primaverile, anche se alcune varietà possono essere raccolte in autunno. La raccolta avviene quando i capolini sono ben formati ma ancora chiusi, per garantire la massima tenerezza e il miglior sapore. Deve avvenire preferibilmente al mattino, in condizioni di bassa umidità, per ridurre il rischio di deterioramento. Le parti utilizzate in fitoterapia includono principalmente le foglie, raccolte durante o poco prima della fioritura, quando il contenuto di principi attivi è al suo apice.

Modalità d’uso

In fitoterapia, il carciofo è noto per le sue proprietà coleretiche, colagoghe, ipolipemizzanti e antiossidanti.

  • Infuso: si utilizzano generalmente 1-2 cucchiaini di foglie secche di carciofo per tazza di acqua bollente. Si lascia in infusione per circa 10-15 minuti. Si può bere fino a 2-3 tazze al giorno.
  • Estratto secco: gli estratti secchi di carciofo sono disponibili in forma di capsule o compresse. La posologia tipica prevede l’assunzione di 300-600 mg di estratto secco tre volte al giorno, prima dei pasti. Utile per stimolare la funzione epatica e favorire la diuresi.
  • Tintura: la tintura di carciofo si assume generalmente in dosi di 20-40 gocce diluite in acqua, tre volte al giorno. È particolarmente indicata per favorire la funzione digestiva e epatica.

Utilizzo tradizionale

Storicamente, il carciofo è stato utilizzato fin dall’antichità in Europa e nel bacino del Mediterraneo per le sue proprietà medicinali e nutrizionali. Gli antichi greci e romani consumavano il carciofo per le sue proprietà diuretiche e come aiuto nella digestione. Nel corso dei secoli, il carciofo ha mantenuto la sua reputazione come rimedio naturale per vari disturbi digestivi e per migliorare le funzioni epatiche e biliari.

Ricerca scientifica

L’estratto di foglie di carciofo (ALE) contiene composti bioattivi e flavonoidi, quali acidi caffeilchinici e glucosidi di luteolina. La cinarina è un importante acido dicaffeilchinico, mentre l’acido clorogenico è il principale acido monocaffeilchinico. Il glucoside luteolina-7-O è il maggior flavonoide presente. Questi composti hanno dimostrato diverse attività biologiche [1][2]

Azione antiossidante

L’ALE ha mostrato effetti antiossidanti in vari sistemi di test farmacologici. Questi effetti sono dovuti alla capacità dei suoi costituenti di eliminare i radicali liberi e chelare gli ioni metallici, proteggendo così le cellule dallo stress ossidativo [1][2][3][4][5].

Azione ipoglicemica

Il diabete mellito è caratterizzato da alterazioni nel metabolismo dei carboidrati, dei lipidi e di alcuni elementi traccia essenziali. L’ALE ha dimostrato effetti ipoglicemizzanti significativi, contribuendo alla riduzione dei livelli di glucosio nel sangue [6][7][8][9].

Azione ipocolesterolemizzante

L’ALE riduce i livelli di colesterolo, influenzando positivamente il rischio di malattie coronariche e aterosclerosi. Luteolina e acidi caffeilchinici sono responsabili di questi effetti, agendo sul processo di biosintesi del colesterolo e su altri meccanismi cellulari [10][11].

Azione epatoprotettrice

L’ALE ha dimostrato azioni epatoprotettive, proteggendo il fegato dagli effetti tossici di vari xenobiotici. Ciò è dovuto alle proprietà antiossidanti e alla capacità di rimuovere le tossine e favorire la produzione di bile [12].

Effetti antiaterosclerotici

L’ALE riduce i livelli di colesterolo e previene la formazione di placche aterosclerotiche. Questo effetto è dovuto all’azione antiossidante, che riduce l’ossidazione delle LDL, e all’inibizione della sintesi del colesterolo [13].

Azione prebiotica/probiotica

Studi in vitro hanno scoperto che l’inulina estratta dal carciofo stimola la crescita di Bifidobacterium bifidum, un batterio benefico, dimostrando potenziali effetti prebiotici/probiotici [14].

Azione coleretica

L’ALE può aumentare la secrezione biliare, aiutando nel trattamento della dispepsia e riducendo la concentrazione di colesterolo intraepatico [1][15].

Azione genotossica

Studi sulla genotossicità dell’ALE hanno mostrato che, a dosi elevate, può avere effetti mutageni, mentre a dosi più basse mostra effetti antiossidanti protettivi [16].

Chemiopreventiva

Gli antiossidanti nel carciofo, come rutina, quercetina e acido gallico, possono indurre l’apoptosi e ridurre la proliferazione delle cellule tumorali, contribuendo alla prevenzione e gestione di vari tipi di cancro [17].

Attività anti-infiammatoria

L’ALE ha mostrato un aumento significativo nei parametri anti-infiammatori, suggerendo un potenziale beneficio nel trattamento di malattie come la steatosi epatica non alcolica [18][19].

Azione digestiva

L’alto contenuto di cinarina nell’ALE stimola la produzione di bile, facilitando la digestione dei grassi e l’assorbimento di vitamine, utile nel trattamento della sindrome dell’intestino irritabile e della dispepsia [11].

Proprietà cardioprotettiva

Studi hanno dimostrato che l’ALE riduce i livelli di colesterolo e i trigliceridi sierici, offrendo benefici nella prevenzione e nel trattamento dell’aterosclerosi e delle malattie coronariche [20].

Avvertenze e controindicazioni

Non assumere in caso di ipersensibilità o allergie verso uno o più componenti. Evitare l’uso in gravidanza e allattamento (fitoterapici), in periodo pre-operatorio e in caso di calcolosi delle vie viliari.
Può interferire con farmaci gastrolesivi e amari.
Può irritare la mucosa gastroenterica.

Riferimenti

  1. Wang M, Simon JE, Aviles IF, Zheng HeK QY, Tadmor Y (2003) Analysis of antioxidative phenolic compounds in artichoke (Cynara scolymus L.). J Agric Food Chem 51:601–608
  2. Liorach R, Espin JC, Tomas-Barberan FA, Ferreres F (2002) Artichoke byproducts as a potential source of health-promoting antioxidant phenolics. J Agric Food Chem 50:58–64
  3. Kraft K (1997) Artichoke leaf extract–recent findings reflecting effects on lipid metabolism, liver, and gastrointestinal tracts. Phytomedicine 43:69–78
  4. Gebhardt R (1997). Antioxidative and protective properties of extracts from leaves of the artichoke (Cynara scolymus L.) against hydroperoxide-induced oxidative stress in cultured rat hepatocytes. Toxicology and Applied Pharmacology, 144(2), 279–286.
  5. McDougall B, King PJ, Wu BW, Hostomsky Z, Reinecke MG, Robinson WE (1998). Dicaffeoylquinic and dicaffeoyltartaric acids were selective inhibitors of human immunodeficiency virus type 1 integrase. Antimicrobial Agents and Chemotherapy, 42(1), 140–146.
  6. Kazi TG, Afridi HI, Kazi N, Jamali MK, Arain MB, Jalbani N, Kandhro GA (2008). Copper, chromium, manganese, iron, nickel, and zinc levels in biological samples of diabetes mellitus patients. Biological Trace Element Research, 122(2), 1–18.
  7. Moon YS, Kashyap ML (2004). Pharmacologic treatment of type 2 diabetic dyslipidemia. Pharmacotherapy, 24(12), 1696–1713.
  8. Gupta S, Kataria M, Gupta PK, Murganandan S, Yashroy RC (2004). Protective role of extracts of neem seeds in diabetes caused by streptozotocin in rats. Journal of Ethnopharmacology, 90(2-3), 185–189.
  9. Vats V, Grover JK, Rathi SS (2002). Evaluation of anti-hyperglycemic and hypoglycemic effect of Trigonella foenum-graecum Linn, Ocimum sanctum Linn and Pterocarpus marsupium Linn in normal and alloxanized diabetic rats. Journal of Ethnopharmacology, 79(1), 95–100.
  10. Heckers H, Dittmar K, Schmahl FW, Huth K (1977). Inefficiency of cynarin as therapeutic regimen in familial type II hyperlipoproteinemia. Atherosclerosis, 26(1), 49–53.
  11. Gebhardt R (1996). Inhibition of hepatic cholesterol biosynthesis by artichoke leaf extracts is mainly due to luteolin. Cell Biology and Toxicology, 10(2), 89–150.
  12. Kulza M, Adamska K, Seńczuk-Przybyłowska M et al (2010). Globe artichokes and the liver. Phytomedicine, 17(14), 1122–1126.
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  14. Valerio F, De Bellis P, Lonigro SL, Morelli L, Visconti A, Lavermicocca P (2006) In vitro and in vivo survival and transit tolerance of potentially probiotic strains carried by artichokes in the gastrointestinal tract. Appl Environ Microbiol 72:3042–3045
  15. Matuschowski JP (1996) Testing of Cynara scolymus in the isolated perfused rat liver. 43rd Ann Congr Soc Med Plant Res 10:103–107
  16. Jacociunas LV, Rodrigues d’Andrade HH, Lehmann M, Pedersini LW (2013) Protective activity of Cynara scolymus L. leaf extract against chemically induced complex genomic alteration in CHO cells. Phytomedicine 20:1131–1134
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