Indice

Proprietà terapeutiche

  • Ansiolitica
  • Antibatterica
  • Antimicotica
  • Antinfiammatoria
  • Antiossidante
  • Antitumorale
  • Gastroprotettrice
  • Neuro-protettiva
  • Sedativa

Nome scientifico

Verbena officinalis L.

Parti usate

Foglie

Sommità fiorite

Radice

Nome comune

Verbena

Erba sacra

Fitochimica

La Verbena contiene una varietà di costituenti fitochimici che ne giustificano l’uso tradizionale in ambito fitoterapico. I glicosidi iridoidi, tra cui verbenalina, aucubina e astatoside, sono considerati responsabili di effetti antinfiammatori e sedativi. I glicosidi fenilpropanoidi e i derivati dell’acido caffeico (come verbascoside, isoverbascoside e eukovoside) possiedono proprietà antiossidanti e protettive nei confronti dello stress ossidativo.

Tra i flavonoidi si trovano kaempferolo, luteolina, apigenina, scutellareina e pedalitina, molecole note per l’azione antiossidante e modulatrice dell’infiammazione. Gli acidi fenolici come acido clorogenico, acido ferulico, protocatecuico e rosmarinico, insieme ai derivati dell’acido dicaffeolchinico, contribuiscono alla protezione dei tessuti dallo stress ossidativo.

Di rilievo anche la componente terpenica: i monoterpenoidi (citrale, limonene, cineolo, carvone) e i sesquiterpenoidi (come l’ossido di cariofillene e l’α-curcumano) svolgono un’azione antimicrobica e antinfiammatoria. I diterpenoidi (carnosolo, acido carnosico, rosmanolo e isorosmanolo) e i triterpenoidi (acido ursolico e suoi derivati) mostrano interessanti attività antiossidanti, antitumorali e protettive nei confronti dei tessuti epiteliali.

Botanica

La verbena è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Verbenaceae. Cresce principalmente nelle zone a clima temperato. In Europa, è comune nella regione mediterranea. Preferisce terreni asciutti che trattengano bene l’umidità e luoghi soleggiati.
La struttura della pianta è ascendente, con un robusto fusto eretto, ruvido e quadrangolare. È pubescente, legnoso alla base e ramificato nella parte superiore, e può raggiungere un’altezza variabile da 15 a 100 centimetri. Inoltre, la verbena è caratterizzata da un apparato radicale fusiforme, capace di garantire un ancoraggio sicuro al terreno.
Un elemento distintivo della verbena risiede nelle sue foglie, diverse tra loro a seconda della posizione lungo il fusto. Le foglie inferiori, opposte e oblunghe, terminano in un corto picciolo. Le mediane sono le più grandi e presentano una forma trilobata, con il segmento centrale più sviluppato rispetto ai due laterali, i quali appaiono oblunghi, lineari e dentati. Le foglie cauline, sessili e lanceolate, possono essere sia dentate che intere, e la loro dimensione si riduce progressivamente salendo lungo il fusto. Tutte le foglie, coriacee e di colore grigio-verde, presentano una superficie pelosa, rugosa e con nervature sporgenti sulla pagina inferiore.
I fiori della verbena, di un delicato color lilla, sono raccolti in sottili spighe terminali. Queste, lunghe 3-6 cm all’antesi e 10-25 cm alla fruttificazione, si sviluppano all’ascella di piccole brattee lanceolate e acuminate. Il calice, di forma tubulosa, è glanduloso e diviso in 4-5 denti, mentre la corolla presenta 5 lobi leggermente bilabiati.
Il frutto della verbena è un tetrachenio, composto da 4 mericarpi cilindrici dotati di 4-5 coste longitudinali. Ogni loggia contiene un seme, conferendo alla pianta una notevole capacità di rigenerazione.

Raccolta

La raccolta della verbena viene effettuata principalmente in estate, quando la pianta è in piena fioritura. Una volta raccolte, le parti della pianta vanno poste a seccare in un luogo fresco, asciutto e ben ventilato, lontano da fonti di luce diretta.

Modalità d’uso

  • Infuso: si utilizzano 2 g di foglie secche in una tazza d’acqua bollente. Si lascia in infusione per 10-15 minuti, poi si filtra. Se ne possono bere fino a tre tazze al giorno, preferibilmente dopo i pasti.
  • Tintura madre: la posologia può variare a seconda della concentrazione, ma generalmente si consigliano 30-40 gocce diluite in un bicchiere d’acqua, due o tre volte al giorno.
  • Decotto: si utilizzano 50 g di radici in un litro d’acqua. Si fa bollire per circa 10 minuti, poi si lascia riposare per altrettanto tempo prima di filtrare. Si consiglia di bere una tazza al mattino a stomaco vuoto e una la sera prima di andare a dormire.

Utilizzo tradizionale

La medicina popolare impiega la verbena per favorire la lattazione, per trattare disturbi mestruali, come espettorante e nel trattamento delle malattie delle vie respiratorie superiori. Si ritiene che possa avere un’attività sul sistema endocrino, ma non esistono ancora studi clinici a supporto di questa ipotesi.

Alla pianta vengono attribuite proprietà colagoghe (stimolanti il flusso biliare) e diuretiche, utili per aiutare l’eliminazione di renella e piccoli calcoli renali. Verbena officinalis è inoltre impiegata nella tradizione per disturbi del tratto digestivo quali coliche addominali, ittero, infiammazioni della cistifellea, diarrea, dissenteria, mal di stomaco e vermi intestinali.

È stata anche utilizzata per la sua presunta attività antinfiammatoria e analgesica in caso di reumatismi. In tempi antichi, si credeva avesse anche proprietà afrodisiache.

Ricerca scientifica

Antiossidante

Uno studio condotto presso la Facoltà di Farmacia dell’Università di Navarra (Spagna) ha valutato l’attività antiossidante di un estratto etanolico al 50% e di un estratto acquoso dell’erba di Verbena officinalis. I risultati hanno confermato i loro effetti benefici nella neutralizzazione dei radicali liberi, suggerendo un potenziale utilizzo come fitocomplesso antiossidante naturale [2].

Antibatterica

Nel 2012, al Forman Christian College in Pakistan, è stata condotta una ricerca sull’attività antibatterica degli estratti etanolici dai fusti, dalle foglie e dalle radici di V. officinalis utilizzando 13 ceppi batterici che causano gravi infezioni (inclusi quattro ceppi di Staphylococcus aureus resistenti alla meticillina e quattro ceppi di Salmonella typhi resistenti a più farmaci). Tutti gli estratti testati hanno mostrato un marcato effetto antibatterico sui ceppi utilizzati [3].

Antimicotica

Nel 2008, un team dell’Università di Navarra ha pubblicato i risultati di uno studio sull’attività antifungina degli estratti delle foglie di V. officinalis. I test sono stati effettuati su: Alternaria alternata, Botrytis cinerea, Penicillium expansum e Rhizopus stolonifer. Un estratto metanolico al 50% ha dimostrato attività antifungina significativa contro P. expansum e R. stolonifer [4].

Antinfiammatoria

Nel 2016, ricercatori dell’Università di Al-Mansura (Egitto) hanno pubblicato uno studio clinico sull’uso di un decotto di V. officinalis nel trattamento della gengivite cronica. Lo studio, in doppio cieco, ha coinvolto 260 pazienti distribuiti in cinque centri odontoiatrici. I partecipanti hanno usato quotidianamente 10 mL di decotto per risciacqui orali, due volte al giorno, 30 minuti dopo l’igiene orale.

Le condizioni gengivali e la placca dentale sono state valutate al 14° e 28° giorno e confrontate con i valori iniziali. I risultati hanno mostrato una differenza statisticamente significativa tra i gruppi trattati e di controllo, confermando un effetto antinfiammatorio e antibatterico del decotto. Nessun effetto avverso è stato segnalato [5].

Uno studio in vivo condotto su ratti da un team italo-austriaco (Università di Bologna, Parma e Innsbruck) ha ulteriormente confermato l’efficacia antinfiammatoria di diversi estratti di V. officinalis nel contrastare l’infiammazione indotta da farmaci [6].

Neuro-protettiva

Un team di ricercatori dell’Università di Hong Kong ha condotto studi preclinici per valutare l’effetto neuroprotettivo degli estratti di Verbena officinalis su colture di neuroni isolati da ratti. I neuroni sono stati esposti a diverse tossine dopo essere stati trattati con l’estratto, e i risultati hanno evidenziato una riduzione significativa della morte cellulare.

Questo suggerisce che alcuni costituenti dell’estratto di verbena possano proteggere le cellule nervose da danni indotti da stress ossidativo e neurotossine, indicando un potenziale interesse per la prevenzione di patologie neurodegenerative, come la malattia di Alzheimer.

Anticonvulsivante, ansiolitica e sedativa

Uno studio dell’Università Riphah di Islamabad (Pakistan) ha esaminato le proprietà anticonvulsivanti, ansiolitiche e sedative dell’estratto di V. officinalis in modelli murini. I risultati hanno mostrato che l’estratto ritarda l’insorgenza di crisi convulsive e ne riduce la durata. Inoltre, è stato osservato un effetto dose-dipendente, con riduzione della mortalità nei soggetti trattati con dosi maggiori. La diminuzione dell’attività locomotoria nei topi trattati suggerisce un’attività sedativa.

Un ulteriore studio condotto presso l’Università di Teheran ha confermato l’attività anticonvulsivante dell’estratto etanolico di V. officinalis, evidenziando il coinvolgimento dei recettori delle benzodiazepine e degli oppioidi nel meccanismo d’azione. Questo lascia ipotizzare un potenziale uso dell’estratto come coadiuvante fitoterapico nei disturbi dell’eccitabilità neuronale.

Promotrice del sonno

Tradizionalmente utilizzata contro l’insonnia, la V. officinalis è stata oggetto di ricerca anche in Giappone. In studi su modelli animali, l’estratto ha mostrato di aumentare la durata della fase di sonno non-REM, ovvero il sonno profondo. In particolare, due composti isolati, astatoside e verbenalina, hanno prolungato questa fase in modo simile alle benzodiazepine, ma senza alterare negativamente l’attività delle onde delta.

Questo aspetto è particolarmente interessante, poiché le benzodiazepine possono compromettere la qualità del sonno profondo. I dati suggeriscono che questi principi attivi possano rappresentare una promettente alternativa naturale per il trattamento dei disturbi del sonno, ma sono necessari ulteriori approfondimenti clinici.

Guarigione delle ferite

Studi italo-austriaci hanno indagato la capacità della verbena di favorire la cicatrizzazione di lesioni cutanee. Sono stati confrontati tre tipi di estratti:

  • VoME (estratto metanolico),
  • VoFE (estratto ricco di flavonoidi),
  • VoCO₂ (estratto tramite anidride carbonica supercritica).

Dopo 24 ore, le ferite trattate con VoCO₂ apparivano visibilmente migliorate, mentre a 48 ore l’effetto migliore è stato osservato con VoFE. Anche VoME ha prodotto risultati apprezzabili. Complessivamente, gli estratti hanno accelerato il processo di cicatrizzazione, probabilmente grazie alla presenza di antiossidanti e sostanze ad attività antinfiammatoria.

Gastroprotettiva

Gli stessi estratti (VoFE e VoCO₂) sono stati testati anche per la loro attività protettiva nei confronti della mucosa gastrica. In modelli animali sottoposti a sostanze ulcerogene, tutti gli estratti hanno ridotto significativamente i punteggi lesionali rispetto ai controlli, sebbene l’effetto fosse inferiore a quello del misoprostolo, farmaco di riferimento.

Gli estratti non hanno modificato in modo significativo né il volume né il pH del succo gastrico, indicando che l’effetto protettivo non è legato a una variazione della secrezione acida, ma piuttosto a un effetto antiossidante o citoprotettivo sulla mucosa gastrica.

Antitumorale e anti-proliferativa

Numerose ricerche precliniche hanno evidenziato il potenziale della Verbena officinalis come agente antitumorale, sebbene al momento manchino conferme cliniche sull’essere umano.

Un team dell’Università di Salerno ha esaminato l’attività dell’olio essenziale di verbena, e in particolare del suo principale costituente, il citral, contro le cellule della leucemia linfatica cronica. I risultati hanno mostrato una significativa capacità di indurre la morte cellulare (apoptosi) in vitro, suggerendo una possibile applicazione futura nella ricerca oncologica.

In un altro studio condotto in Cina, l’erba intera di V. officinalis è stata utilizzata in modelli animali affetti da epatocarcinoma (tumore al fegato). I topi trattati con estratti di verbena hanno mostrato una riduzione del volume tumorale, senza però alterazioni rilevanti del sistema immunitario. Questo lascia ipotizzare un’azione diretta sulle cellule tumorali, senza effetti immunosoppressivi rilevanti.

Anche in Spagna, ricercatori hanno isolato dodici composti presenti nella Verbena officinalis che mostrano effetti anti-proliferativi su cellule tumorali del colon. Questi composti, sebbene ancora in fase sperimentale, potrebbero rappresentare una base promettente per lo sviluppo di nuovi fitofarmaci antitumorali.

Infine, un altro studio ha rilevato che l’olio essenziale di verbena è in grado di attivare il processo di apoptosi (la morte programmata delle cellule) non solo in cellule tumorali come quelle della leucemia mieloide cronica, ma anche in alcune cellule sane, indicando la necessità di dosaggi ben calibrati e ulteriori approfondimenti.

Avvertenze e controindicazioni

L’uso della verbena è controindicato in gravidanza e allattamento, così come in soggetti con ipersensibilità nota verso uno o più dei suoi componenti.
Inoltre, è raccomandata prudenza nel periodo pre-operatorio, in quanto la pianta potrebbe interferire con l’attività di alcuni farmaci e processi fisiologici importanti, come la coagulazione.

Può interagire con:

  • Terapie ormonali
  • Farmaci sedativi
  • Farmaci anti-ipertensivi

Per questi motivi, si consiglia di consultare il medico prima di assumere preparati a base di verbena in presenza di patologie croniche o terapie farmacologiche in corso.

Riferimenti

  1. Kubica P, Szopa A, Dominiak J, Luczkiewicz M, Ekiert H. Verbena officinalis (Common Vervain) – A Review on the Investigations of This Medicinally Important Plant Species. Planta Med. 2020 Nov;86(17):1241-1257. doi: 10.1055/a-1232-5758. Epub 2020 Sep 16. PMID: 32937665.
  2. Rehecho S, Hidalgo O, García-Iñiguez de Cirano M, Navarro I, Astiasarán I, Ansorena D, Cavero RY, Calvo MI. Chemical composition, mineral content and antioxidant activity of Verbena officinalis L. LWT – Food Sci Technol 2011; 44: 875-882
  3. Dildar A, Chaudhary MA, Raza A, Waheed A, Khan SR, Ikram M. Comparative study of antibacterial activity and mineral contents of various parts of Verbena officinalis Linn. Asian J Chem 2012; 24: 68-72
  4. Casanova E, García-Mina JM, Calvo MI. Antioxidant and antifungal activity of Verbena officinalis L. leaves. Plant Foods Hum Nutr 2008; 63: 93-97
  5. Mohammed E, Grawish ME, Anees MM. Short-term effects of Verbena officinalis Linn decoction on patients suffering from chronic generalized gingivitis: Double-blind randomized controlled multicenter clinical trial. Quintessence Int (Berl) 2016; 47: 491-499
  6. Speroni E, Cervellati R, Costa S, Guerra MC, Utan A, Govoni P, Berger A, Müller A, Stuppner H. Effects of differential extraction of Verbena officinalis on rat models of inflammation, cicatrization and gastric damage. Planta Med 2007; 73: 227-235
  7. Lai SW, Yu MS, Yuen WH, Chang RCC. Novel neuroprotective effects of the aqueous extracts from Verbena officinalis Linn. Neuropharmacology 2006; 50: 641-650
  8. Khan AW, Khan AU, Ahmed T. Anticonvulsant, anxiolytic, and sedative activities of Verbena officinalis. Front Pharmacol 2016; 7: 499
  9. Rashidian A, Kazemi F, Mehrzadi S, Dehpour AR, Mehr SE, Rezayat SM. Anticonvulsant Effects of Aerial Parts of Verbena officinalis Extract in Mice: Involvement of Benzodiazepine and Opioid Receptors. J Evid Based Complementary Altern Med 2017; 22: 632-636
  10. Makino Y, Kondo S, Nishimura Y, Tsukamoto Y, Huang ZL, Urade Y. Hastatoside and verbenalin are sleep-promoting components in Verbena officinalis . Sleep Biol Rhythms 2009; 7: 211-217
  11. Speroni E, Cervellati R, Costa S, Guerra MC, Utan A, Govoni P, Berger A, Müller A, Stuppner H. Effects of differential extraction of Verbena officinalis on rat models of inflammation, cicatrization and gastric damage. Planta Med 2007; 73: 227-235
  12. De Martino L, Arena GD, Minervini MM, Deaglio S, Sinisi NP, Cascavilla N, de Feo V. Active caspase-3 detection to evaluate apoptosis induced by Verbena officinalis essential oil and citral in chronic lymphocytic leukaemia cells. Brazilian J Pharmacogn 2011; 21: 869-873
  13. Kou W, Yang J, Yang Q, Wang Y, Wang Z, Xu S, Liu J. Study on in-vivo anti-tumor activity of Verbena officinalis extract. African J Tradit Complement Altern Med 2013; 10: 512-517
  14. Encalada MA, Rehecho S, Ansorena D, Astiasaran I, Cavero RY, Calvo MI. Antiproliferative effect of phenylethanoid glycosides from Verbena officinalis L. on colon cancer cell lines. LWT – Food Sci Technol 2015; 63: 1016-1022
  15. De Martino L, Iorio M, Coppola G, Campana A, Savastano C, Fusco BM, De Feo V. Verbena officinalis essential oil and citral as apoptotic inductors in leukocytes of healthy subjects and chronic myeloid leukemic patients. Pharmacologyonline 2008; 2: 170-175
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