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Ginkgo

Ginkgo biloba L.
Numero di osservazioni umane nel mondo di nel 2023. Credits: GBIF | OpenStreetMap.

Nome scientifico

Ginkgo biloba L.

Nome comune

Ginkgo

Parti usate

Foglie

Fitochimica

Glicosidi flavoidici (quercetina, kaempferolo, luteolina, ginkgetolo); terpeni (ginkgolide, bilobalide); Acidi ginkgolici; Antocianosidi

Botanica

Il ginkgo, scientificamente Ginkgo biloba, è una pianta arborea appartenente alla famiglia delle Ginkgoaceae. Si tratta di un albero di grandi dimensioni, che può raggiungere e talvolta superare i 30 metri di altezza. Ha un’elevata resistenza alla siccità e al freddo (-34°) e all’inquinamento atmosferico, è probabilmente per questa sua resilienza che è uno degli alberi più antichi del mondo, esisteva infatti già nel paleozoico 250 milioni di anni fa.

Presenta una chioma piramidale e un fusto legnoso con corteccia grigio chiaro nei giovani esemplari, che diventa più scura con l’età e bruno-argentea a tessitura fessurata negli esemplari adulti. L’albero presenta un apparato radicale profondo e ben sviluppato che gli permette di ancorarsi saldamente al terreno.

Le foglie del Ginkgo sono caduche e rappresentano una caratteristica distintiva della pianta. Sono di forma triangolare o flabellata, con una profonda incisura che divide la lamina fogliare in due lobi, dacui origina il nome “biloba”. La forma a ventaglio delle foglie è sostenuta da un sistema di nervature parallele, senza interconnessioni tra le nervature adiacenti. Le foglie sono di colore verde brillante e si sviluppano su rami corti e lunghi. In autunno assumono una vivace colorazione gialla dovuta alla presenza di xantofille.

Il Ginkgo biloba è una pianta dioica, ovvero presenta organi riproduttivi maschili e femminili su piante separate. Nonostante sia una gimnosperma, non presenta fiori veri e propri, ma produce strobili. I fiori maschili sono a forma di amento, mentre quelli femminili sono poco appariscenti e portati da peduncoli.

I frutti si sviluppano dai fiori femminili e sono rotondi, con un involucro carnoso (sarcotesta) di colore giallo-verde e un odore sgradevole a maturità. All’interno dell’involucro è presente una parte legnosa (sclerotesta) che racchiude il seme di colore giallo e legnoso. I semi del Ginkgo sono commestibili in piccole quantità dopo la torrefazione, ma l’involucro carnoso contiene sostanze irritanti e tossiche. In clima europeo, i frutti di solito non raggiungono la maturazione.

Raccolta

Alcuni raccolgono le foglie quando sono ancora verdi, altri quando ingialliscono. Sul sito mountainroseherbs.com si parla dei benefici delle foglie ingiallite, dicendo: “alcune tradizioni erboristiche raccomandano l’uso delle foglie raccolte in questo periodo della stagione, quando si ritiene che le proprietà medicinali della pianta siano al loro massimo.”

Anche la parte interna del seme è commestibile e salutare. Viene utilizzata come cibo prelibato in Asia e fa parte della tradizione culinaria cinese.

Modalità d’uso

  • Infuso: 3-5g di droga ogni 250 ml con 05-10 min. di infusione.
  • Estratto secco: fino a 240mg in 2-3 dosi giornaliere.
  • Tintura madre: 30gtt fino a 3 volte al giorno, o secondo le indicazioni riportate sulla confezione del prodotto.

Utilizzo tradizionale

Il Ginkgo biloba è stato utilizzato nella medicina popolare cinese per il trattamento dell’asma, dell’angina pectoris, del tinnito e dell’ipertonia. In omeopatia, il ginkgo viene utilizzato sotto forma di granuli per il trattamento delle tonsilliti e della cefalea, in particolare per la cefalea temporale sinistra. La quantità di rimedio dipende dalla diluizione omeopatica impiegata.
Il ginkgo è tradizionalmente utilizzato per il miglioramento delle funzioni cognitive, per la prevenzione e cura dell’aterosclerosi e delle sue manifestazioni, per il trattamento di disturbi vascolari come l’arteriopatia obliterante degli arti inferiori, la cerebrovasculopatia e l’insufficienza vertebrobasilare, e per l’alleviamento di sintomi come acufeni, vertigini e malattia di Raynaud, nella prevenzione dei danni causati dal fumo e delle trombosi venose, e nel trattamento dell’ipertensione arteriosa e di alcune retinopatie.

Ricerca scientifica

Gli studi farmacologici sugli estratti di foglie di ginkgo (Ginkgo folium) rappresentano un campo di ricerca estremamente attivo. Le ricerche si basano per lo più sugli effetti protettivi dei vasi sanguigni e dei tessuti e sul miglioramento delle funzioni cognitive, della circolazione sanguigna e sulla protezione delle malattie neurodegenerative.

Studi in vitro

Gli studi in vitro hanno dimostrato che gli estratti di G.biloba, in particolare i suoi principi attivi come i ginkgolidi e i bilobalidi, hanno proprietà antiossidanti, anti-infiammatorie e vasodilatatrici.
Questi composti agiscono come scavenger dei radicali liberi, contribuendo a proteggere le cellule dai danni ossidativi e prevenire l’insorgenza di malattie degenerative.

Studi in vivo su animali

Gli studi in vivo, condotti su animali, hanno confermato gli effetti benefici del ginkgo sulla funzione cognitiva e la circolazione sanguigna. I risultati mostrano miglioramenti nella memoria, nell’apprendimento e nella neuroprotezione, oltre a un incremento della vasodilatazione e della microcircolazione. Inoltre, gli estratti di G.biloba hanno dimostrato di ridurre i sintomi associati all’ipossia cerebrale e all’ischemia.

Studi farmacologici nell’uomo

Molti studi clinici condotti sull’uomo hanno dimostrato l’efficacia degli estratti di Ginkgo folium nel miglioramento delle funzioni cognitive, anche in pazienti con Alzheimer [4], l’estratto di foglie può portare miglioramenti nella memoria, favorire un aumento del flusso sanguigno cerebrale, migliorare l’attenzione, la concentrazione, e l’umore. Oltre a ciò, può contribuire alla riduzione dello stress, della glicemia a digiuno, dell’emoglobina glicata, dei livelli di insulina, dell’indice di massa corporea e della circonferenza della vita. Il ginkgo riduce anche i biomarcatori dello stress ossidativo e contribuisce alla stabilità e al rallentamento della progressione delle placche aterosclerotiche, riducendo l’infiammazione.
Gli studi sull’uomo pertanto suggeriscono che G.biloba possa essere utile nelle condizioni degenerative croniche associate al processo di invecchiamento [5].
Secondo una meta analisi recente l’estratto può migliorare la funzione neurologica, le attività quotidiane e l’esito funzionale nei pazienti con ictus ischemico acuto [6]. Ginkgolide C, presente nelle foglie di G. biloba, sembra essere la sostanza responsabile dell’effetto protettivo sul cervello a seguito di attacco ischemico, riduce infatti l’infiammazione nel cervello dei topi colpiti da ischemia cerebrale [7]
Studi esplorativi suggeriscono indicazioni come terapia di supporto nella sclerosi multipla (Explore(NY). 2006 Jan; 2(1):19-24).

Avvertenze e controindicazioni

Non usare in caso di ipersensibilità o intolleranza alle preparazioni a base di ginkgo.
In rari casi sono stati riportati lievi disturbi gastrointestinali, emicrania o reazioni allergiche cutanee.
Il prodotto medicinale può influenzare l’effetto degli anticoagulanti e degli antiaggreganti piastrinici. Mentre non ci sono studi sull’interazione tra warfarin e i prodotti di G. biloba, si consiglia di monitorare attentamente l’assunzione. G. biloba potrebbe inoltre aumentare l’esposizione a farmaci come dabigatran etexilato e nifedipina, quindi è necessaria cautela nell’assunzione concomitante. Non è consigliata l’assunzione con efavirenz.
Non sono stati riportati casi di dosaggio, neanche in pazienti che hanno assunto fino a 600mg di estratto in singole dosi. Non c’è inoltre nessuna restrizione per quanto riguarda la durata del trattamemento.
In conformità con la prassi medica generale, il prodotto non deve essere utilizzato in gravidanza e allattamento, senza prendere attentamente in considerazione il rapporto rischio/beneficio. Consultare il proprio medico curante in ogni caso prima di assumere il prodotto.

Riferimenti

  1. Committee on Herbal Medicinal Products (HMPC). European Union herbal monograph on Ginkgo biloba L., folium. EMA/HMPC/321097/2012. 28 January 2015.
  2. Campanini, E. (2010). Dizionario di fitoterapia e piante medicinali. Milano: Tecniche Nuove.
  3. Monografiche ESCOP – Le basi scientifiche dei prodotti fitoterapici. Planta Medica Edizioni, 2006.
  4. Liao Z, Cheng L, Li X, Zhang M, Wang S, Huo R. Meta-analysis of Ginkgo biloba Preparation for the Treatment of Alzheimer’s Disease. Clin Neuropharmacol. 2020 Jul/Aug;43(4):93-99. doi: 10.1097/WNF.0000000000000394. PMID: 32658034.
  5. Barbalho SM, Direito R, Laurindo LF, Marton LT, Guiguer EL, Goulart RA, Tofano RJ, Carvalho ACA, Flato UAP, Capelluppi Tofano VA, Detregiachi CRP, Bueno PCS, Girio RSJ, Araújo AC. Ginkgo biloba in the Aging Process: A Narrative Review. Antioxidants (Basel). 2022 Mar 9;11(3):525. doi: 10.3390/antiox11030525. PMID: 35326176; PMCID: PMC8944638.
  6. Chong PZ, Ng HY, Tai JT, Lee SWH. Efficacy and Safety of Ginkgo biloba in Patients with Acute Ischemic Stroke: A Systematic Review and Meta-Analysis. Am J Chin Med. 2020;48(3):513-534. doi: 10.1142/S0192415X20500263. Epub 2020 Apr 30. PMID: 32349519.
  7. Li B, Zhang B, Li Z, Li S, Li J, Wang A, Hou J, Xu J, Zhang R. Ginkgolide C attenuates cerebral ischemia/reperfusion-induced inflammatory impairments by suppressing CD40/NF-κB pathway. J Ethnopharmacol. 2023 Apr 22:116537. doi: 10.1016/j.jep.2023.116537. Epub ahead of print. PMID: 37094696.